ComuneIn
Team Progetto Creativo lancia il progetto ComuneIn, il servizio mobile dedicato ai Comuni
Il team ha messo a punto uno strumento che consente alla Pubblica Amministrazione locale di comunicare in modo semplice e diretto con i cittadini. Progetto Creativo, team di consulenza specializzata nello sviluppo di soluzioni in ambito IT Governance e Security, iscritto al MEPA (Mercato Elettronico per la Pubblica Amministrazione) e patrocinato dall’ANPCI (Associazione Nazionale Piccoli Comuni D’Italia), propone un’innovativa soluzione, denominata ComuneIn, con la quale ogni Comune può tenere aggiornati i cittadini in tempo reale, in maniera intuitiva e funzionale, sfruttando i vantaggi della mobilità.
App ComuneIn, infatti, è un’applicazione per dispositivi mobili Android e iOS, scaricabile gratuitamente, per accedere a notizie, iniziative, eventi, informazioni e servizi offerti dal Comune di interesse. Per ciascun Comune sono indicate, inoltre, le informazioni di contatto, per comunicare facilmente con l’amministrazione locale, offrire i propri suggerimenti e segnalare eventuali criticità o disservizi. L’utente, infine, può attivare le notifiche push per ricevere un avviso ogni volta che è disponibile un nuovo contenuto, anche quando l’app non è aperta e condividere qualsiasi notizia tramite i canali social.
Nell'App ComuneIn troverai anche una sezione:
- News Protezione Civile dove puoi aggiornarti in tempo reale sul bollettino meteorologico della Campania,
- una serie di numeri utili da chiamare in caso di bisogno, senza doverti necessariamente ricordarti lo specifico numero di telefono,
- la Relazione del Piano di Emergenza Comunale di Protezione Civile,
- una sezione di Mappe, dove poter visualizzare in maniera immediata i rischi cartografaci,
- una sezione SEGNALA, dove puoi segnalare al Comune notizie utili o guasti.
RIFIUTOLOGO
Non sai come riciclare un determinato rifiuto, in quale contenitore buttarlo o che tipo di materiale è? App ComuneIn è l’applicazione che ti aiuta a scoprirlo! Per qualunque tipo di rifiuto viene riportata una descrizione e una guida su come smaltirlo.
SEGNALAZIONE
Trovi un rifiuto per strada? Con App ComuneIn puoi scattare una foto geolocalizzata ed inviare subito la segnalazione al Comune. Attraverso l'utilizzo delle più moderne tecniche di localizzazione (WiFi/Rete Mobile) combinate ai dati ricevuti dal GPS, puoi inviare la tua posizione con precisione!
La segnalazione viene inviata via e-mail, corredata di una descrizione, di una foto, della mappa geolocalizzata.
CALENDARIO RACCOLTA DIFFERENZIATA
Quando portare fuori la spazzatura? Visualizza il calendario della raccolta settimanale sul tuo SmartPhone/Tablet Android, iPhone, iPad.
RITIRO INGOMBRANTI
Devi conferire un rifiuto ingombrante? Ad esempio rifiuti domestici generici (mobilio, imballaggi voluminosi), ingombranti derivati da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) e di verdi e ramaglie.
Puoi richiedere la raccolta rifiuti ingombranti a domicilio attraverso un modulo facile e veloce da compilare direttamente da casa tua attraverso il tuo SmartPhone/Table Android, iPhone, iPad usando App ComuneIn.
MAPPA GEOLOCALIZZATA
La funzione Geo-Localizza di App ComuneIn riporta un elenco di punti d’interesse geo-localizzati definiti dal Comune (isole ecologiche o singoli contenitori), con informazioni specifiche, orari di apertura o altro.
La raccolta rifiuti è la guida multimediale ed innovativa per la raccolta dei rifiuti. Hai sempre con te una guida completa in cui trovare informazioni dettagliate su come riciclare ogni rifiuto.
La soluzione è il risultato di un’attenta analisi e progettazione dell’interfaccia utente al fine di garantire una ottimale user experience all’utilizzatore. ComuneIn è di semplice fruizione e gestione anche per il Comune: l’addetto che si occuperà dell’inserimento dei contenuti e del loro aggiornamento, infatti, può utilizzare un semplice browser. ComuneIn garantisce ampia flessibilità e scalabilità, consentendo di aggiungere qualsiasi tipo di servizio su misura delle proprie esigenze. Grazie all’integrazione dei contatti e dei social network ciascun Comune può stabilire un’interazione privilegiata con i cittadini, comunicando con loro direttamente, oltre che tramite la vetrina a disposizione sull’applicazione.
“Siamo molto orgogliosi di questa iniziativa e siamo convinti possa riscuotere un buon successo tra le Amministrazioni comunali. A fronte dell’esperienza acquisita nell’ambito Pubblica Amministrazione, ci siamo resi conto di come anche i Comuni abbiano bisogno di rinnovarsi e trovare modi di comunicare smart con i cittadini, allineandosi alle loro abitudini ed esigenze. La realizzazione di ComuneIn, inoltre, si basa sulla costatazione che, ormai, siamo sempre connessi, in qualsiasi luogo o momento della nostra giornata, e di conseguenza, pretendiamo di poterci aggiornare rapidamente su quello che succede intorno a noi. Prevediamo, infine, in una seconda fase, di estendere tale applicazione ad altri enti pubblici, con la stessa mission di facilitare il dialogo con i cittadini.”
I Comuni che hanno aderito al Nostro Progetto
Brusciano (Brusciàn in napoletano) è un comune italiano di 16.529 abitanti della città metropolitana di Napoli in Campania.
Situato nell'entroterra nord-orientale di Napoli, a circa 16 chilometri dal centro della città, il comune di antica vocazione rurale si è sviluppato lungo la via Nazionale delle Puglie nel tratto di conurbazione che collega lazona orientale del capoluogo a Pomigliano d'Arco e il nolano. Il suo territorio pianeggiante sorge all'ombra della vasta area vesuviana, è compreso tra le pendici del Somma-Vesuvio e la piana di Acerra, ed è attraversato dai Regi Lagni. Vanta una particolare origine geologica: ceneri, lapilli e banchi tufacei risultanti dall'attività vulcanica del Vesuvio hanno costituito il substrato su cui si è formato il suolo locale. Lo strato superficiale si presenta con una profondità variabile nell'ordine di alcuni metri, con una particolare composizione di elementi sabbio-argillosi e vulcanici frammisti a ceneri, lapilli e pomici.
Cicciano è un comune italiano di 12 903 abitanti della città metropolitana di Napoli in Campania.
Nell'anno 80 a.C., il console romano Lucio Cornelio Silla conquistò Nola, confiscò i terreni circostanti e li assegnò in premio ai propri veterani. Seguì una diversa organizzazione dell'intero territorio con la suddivisione degli stessi terreni in lotti uguali (centuriazione). Lungo e intorno ai principali assi viari tracciati dai Romani si svilupparono successivamente quasi tutti gli insediamenti abitativi della piana nolana. Dapprima semplici casolari, poi casali, villaggi, e così via.
Per quanto riguarda Cicciano, i primi nuclei abitati furono almeno tre, distinti e separati tra loro:
- Cicciano in senso stretto;
- Curano;
- Cutignano.
Tracce della centuriazione romana sono ancora oggi riconoscibili nella parte più antica del paese. Si tratta di due limiti, orientati nord-sud, ugualmente distanti tra loro, costituiti da via Antonio De Luca e via Giacomo Matteotti, intersecati da altri, nel verso est-ovest, anch'essi ugualmente distanziati, costituiti da alcune traverse.
Del periodo romano restano due altorilievi, un monumento funerario, un sarcofago e pochi oggetti di argilla ritrovati all'interno di una tomba.
Il primo altorilievo è comunemente conosciuto come Pasquino. Rappresenta la figura di un uomo, senza gli arti inferiori e senza la testa, scolpita nel calcare. Per un lungo periodo è rimasto murato nello spigolo di un fabbricato privato ad angolo tra l'omonima via Pasquino e via Giacomo Matteotti.
Il secondo altorilievo è simile al primo, la figura è ritta in piedi e misura un metro e settanta. Forse gli altorilievi facevano parte di uno stesso monumento o edificio.
Il sarcofago è completo di un coperchio a doppio spiovente. Ha i quattro lati decorati. Sul primo lato lungo vi sono due grifi che sostengono una corona di foglie con all'interno una tabella circolare; sul secondo lato, due crani di bue che sostengono tre festoni incorniciati da bende; nel festone centrale vi è una tabella ansata mentre nei due festoni laterali la testa della Gorgone; i due lati corti sono simili con un tripode al centro, una faretra ed un arco ai piedi.
Il monumento funerario è di forma quadrata, è alto circa tre metri ed ha una copertura esterna a cupola. La tecnica di costruzione è l'opus incertum, un tipo di muratura costituita di pezzi irregolari di pietra a vista.
Domenico Capolongo nel suo libro Nola, l'Agro e Cicciano riporta notizie del ritrovamento di alcuni dolia in via Antonio De Luca, in via Olmo, in via Caserta e della scoperta di una piccola necropoli all'incrocio tra via Corpo di Cristo e via Bartolomeo De Stefano.
Somma Vesuviana è un comune italiano di 35.233 abitanti della città metropolitana di Napoli in Campania.
Somma Vesuviana sorge nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio a 16 km dal capoluogo. Ha origini antichissime, attestate in numerosi ritrovamenti archeologici e da una delle più grandi ville romane dove si pensa sia morto l'imperatore Cesare Augusto, e costituisce uno dei comuni più interessanti dell'area vesuviana. Il Casamale, il suo più antico quartiere è tuttora circondato da mura aragonesi.Vi è il Museo Etnostorico delle Genti Campane, ubicato nell'antico Convento delle Suore Carmelitane accanto al Santuario di Santa Maria a Castello. Più in basso dell'abitato di trova la Chiesa di Santa Maria del Pozzo e, nelle immediate vicinanze, un Museo di Arte Contadina che raccoglie tantissimi oggetti di uso quotidiano della civiltà di un tempo. Il suo terreno, fertilissimo per la vicinanza del Vesuvio, rende i prodotti locali particolarmente prelibati, come i pomodorini del Vesuvio, le albicocche e l'uva da cui si ricava un eccellente vino da tavola che accompagna le più svariate ricette tra cui il baccalà alla napoletana assoluto protagonista della manifestazione gastronomica che si tiene ogni anno durante il secondo week-end di ottobre.
Camposano (Cambasànë in dialetto locale) è un comune italiano di 5688 abitanti della città metropolitana di Napoli in Campania.
È situato a circa 30 chilometri ad est dal capoluogo e fa parte dei comuni del nolano.
Le origini del paese sembrano risalire al tempo della seconda guerra punica. Il comune sorge costeggiando il percorso dell'antico fiume Clanio, che oggi costituisce il confine tra Camposano e Cicciano, conservando ancora alcune tracce della centuriazione romana con la classica pianta a scacchiera.
Prime attestazioni di una frequentazione del territorio risalgono orientativamente al periodo del I secolo a.C.-I secolo d.C. grazie al ritrovamento di alcuni cippi funerari romani, alcuni dei quali presumibilmente incassati nella pavimentazione della chiesa della Santa Croce mentre di uno di essi, ritrovato dallo storico G.Remondini presso la "Congregazione" (Chiesa del Rosario), è ignota l'attuale ubicazione.
Un particolare momento florido si ebbe nella seconda metà del Settecento con la realizzazione della strada principale che collega (ancora oggi) Camposano ai vari centri dell'Agro nolano, il toponimo "Camposano" ha subito vari mutamenti negli anni, è infatti attestato verso la metà del Settecento come "Campasano" nell'opera di Gianstefano Remondini, all'interno della quale vi è una descrizione delle varie epigrafi romane ritrovate sul territorio del comune, inoltre in altri documenti tra cui un resoconto militare e un'illustrazione della Diocesi di Nola esso compare menzionato come "Campassano".
In una descrizione del 1798 riguardante il regno delle due Sicilie esso è così menzionato: "Casale, Diocesi di Nola, feudo di casa Mastrilli, d'aria buona, fa di popolazione 2018".
Nell'autunno del 1842 la prima divisione dell'esercito regio, comandata dal Maresciallo di campo Lecca, occupò la zona dislocando 7 battaglioni di fanteria della brigata del tenente Wonderweid sul territorio di "Campassano".
Marzano di Nola è un comune italiano di 1 734 abitanti della provincia di Avellino in Campania.
Il 14 dicembre 2014 gli è stato conferito il titolo di "Città Mariana".
Posto all'estremità orientale della Pianura Campana, nell'Agro Nolano, attraversato dai Regi Lagni, il paese si trova alla destra del Vallo di Lauro, a poca distanza da Nola. L'altitudine di Marzano di Nola varia tra un minimo di 68 e un massimo di 498 m sopra il livello del mare (mentre la zona abitata si trova fra i 68 e i 120 m, con la sede comunale a 90 m).
L'origine di Marzano è attestata al VI-VII secolo a.C. per notizie riguardanti l'eruzione del 900 a.C. avvenuta tra Avella e Marzano, fattore che costrinse gli Etruschi a spostarsi nella limitrofa Pompei. Tuttavia Marzano seguì le medesime vicende di Nola. Prime fonti riguardanti il territorio di Marzano di Nola si hanno intorno al 90 a.C. quando subì il saccheggio prima di Silla e poi di Spartaco. Successivamente Marzano fu occupata dai Longobardi fino a far parte nel 594 della Longobardia minore nella sezione del Gastaldato di Nola. In seguito ad una guerra tra i longobardi ed il ducato di Napoli divenne parte integrante di quest'ultimo. Il territorio del Nolano, assieme a quello di Avella, divenne un territorio strategico per il collegamento tra la Magna Grecia e la parte interna della penisola italica. Nel XIV secolo Marzano vide un incremento della popolazione dovuto al frazionamento degli abitanti di Cicala, i quali, attratti dalla fecondità e produttività della pianura, scesero dalla loro collina e, mentre alcuni fondarono diversi borghi, ad esempio San Paolo e Livardi, altri si accorparono a borghi già esistenti come nei casi di Casamarciano e, appunto, Marzano. Con la costituzione del Regno di Napoli e poi del Regno delle due Sicilie entrò a far parte della Terra di Lavoro nella sezione del Distretto di Nola. Dall'agro nolano partirono i moti carbonari per l'indipendenza italiana e dal 1861 Marzano fu annesso sempre alla provincia Terra di Lavoro nel Mandamento di Nola. In seguito vi fu lo scioglimento di tale provincia ed i comuni vennero ridistribuiti tra le province di Napoli, Caserta ed Avellino, come nel caso proprio di Marzano di Nola.
San Gennaro Vesuviano è un comune italiano di 11.966 abitanti della città metropolitana di Napoli in Campania.
Confina con l'area dell'agro nolano, circa 25 km a est di Napoli e 9 km a sud di Nola.
I primi insediamenti nell'area sono antichissimi. Il Comune di San Gennaro Vesuviano occupa il sito della Pianura Campana (anticamente conosciuto col nome di Planum Palmae), oggi meglio noto come il Piano, delimitato dal Monte Vesuvio e dal Monte Sant'Angelo. Il Piano rappresenta quasi un naturale collegamento geologico tra l'agro nocerino sarnese e l'agro nolano. Recenti rinvenimenti archeologici hanno permesso di datare alcuni insediamenti nella piena Età del bronzo, intorno al 2000 a.C., quando un'improvvisa eruzione del Vesuvio devastò le comunità presenti nell'area.
Per vari secoli l'intera zona, ricoperta da una fitta vegetazione, è rimasta del tutto disabitata ed ha costituito al più un'occasionale destinazione di caccia per gli abitanti dei primitivi centri limitrofi. Solo secoli dopo, nuove popolazioni cominciarono lentamente ad insediarsi nuovamente. Nel 1631, con rogito stilato dalla curia vescovile di Nola dal Notaio Galeota, Scipione Pignatelli, conte di San Valentino e marchese di Lauro, fa una ricca donazione al Vescovo di Nola, monsignor Fabrizio Gallo a favore dei Padri Minori Riformatori di San Francesco.
Il marchese istituì anche la Fiera che ancora annualmente si tiene. La donazione ai Frati Francescani, consisteva tra l'altro, di appezzamento di terreno, nell'allora territorio di Palma Nolana, oggi Palma Campania, per la creazione di un convento e di una piccola comunità annessa. Il nucleo abitato intorno a Cavallerizza e Convento crebbe fino a diventare, prima quartiere di Palma Nolana, poi, dal 1841, autonomo comune per decreto diFerdinando II di Borbone.
Taurano è un comune italiano di 1 615 abitanti della provincia di Avellino in Campania.
Centro collinare posto al limite della Piana Campana, in corrispondenza dei primi rilievi pre-appenninici, incastonato su una prominenza del costone del monte Pietra Maula, affacciato quindi su un belvedere che domina un territorio che si spinge fino alle porte di Napoli, in un ambiente caratterizzato dalla presenza di querceti, uliveti e noccioleti. Il territorio è caratterizzato dalla presenza di numerose (anche se di piccola portata e alquanto superficiali) sorgenti oligominerali. Il centro urbano, non molto grande, presenta delle caratteristiche architettonico-ambientali segnate dai tratti rigorosi, semplici e severi, con edifici, di altezza quasi mai superiori ai tre livelli, a formare un continuum, quasi senza soluzione, e molto ben amalgamato con il verde che gli fa da cornice tutto intorno.
Il territorio comunale si estende su di un'altitudine compresa tra i 225 ed 948 m s.l.m., il centro abitato tra i 250 ed i 320 m s.l.m.
Il territorio non urbanizzato è così costituito:
- noccioleto (65%)
- bosco ceduo (24%)
- macchia (5%)
- oliveto (2%)
- vigneto (0.5%)
Taurano - la cui origine etimologica sarebbe da ricercare nel gentilizio Taurius o nel cognome Taurus - è un antico oppidum sannita, distrutto da Silla nel corso della guerra sociale. Nel territorio di Taurano, a monte dell'attuale abitato sono stati rinvenuti reperti dell'età del bronzo. In epoca romana diviene luogo di villeggiatura, di questo periodo sono due ville venute alla luce solo parzialmente, una in località Torre e l'altra in San Giovanni del Palco. Il territorio montano, a nord dell'abitato, durante le incursioni barbariche è stato rifugio per le popolazioni dell'intera vallata, nell'ultimo anno sono state rinvenute, durante gli scavi per la costruzione di un metanodotto, proprio in montagna, due ville rurali di epoca tardo-romana. Nel medioevo è parte del feudo di Lauro. Taurano, così come l'intera Valle di Lauro, è aggregato alla provincia di Terra del Lavoro nell'ambito della divisione amministrativa operata dal Murat. Nel secolo scorso ha offerto ospitalità a cospiratori anti-borbonici, frate Angelo Peluso, ed a briganti, fra Diavolo. Durante i moti del 1820-21, gli ufficiali Morelli e Silvati, nel raggiungere il generale Guglielmo Pepe, attraversarono il territorio montano di Taurano. A partire dal periodo post-unitario Taurano, divenuto comune autonomo salvo una breve interruzione, è parte della provincia di Avellino.
Ottaviano era in epoca romana un borgo di case all'interno di un vastissimo possedimento (praedium Octaviorum) appartenente alla gens Octavia, la famiglia dell’imperatore Augusto.
Il territorio fu teatro di una battaglia tra Lucio Cornelio Silla e l'italico Lucio Cluenzio, avvenuta nel 90 a.C.,, durante la guerra sociale e durante la prima guerra servile, nel 73 a.C., Spartaco vi sconfisse i due pretori, Gaio Clodio e Publio Vatinio inviatigli contro dal Senato.
Il borgo (Octavianum) crebbe di importanza divenendo Municipio. Secondo alcuni storici vi sarebbe morto lo stesso imperatore Augusto, in seguito trasportato a Nola. I resti di epoca romana furono sepolti dalle successive eruzioni del Vesuvio, ma ruderi e tombe sono stati rinvenuti negli scavi in varie parti del paese.
Poco prima dell’anno 1000 Octavianum mutò nome e fu chiamato Ottajano (e questo nome durò fino al 1933 quando nel bimillenario di Ottaviano Augusto il governo di allora modificò il nome in Ottaviano). Nel 1085, ospite del barone locale, vi fu in visita papa Gregorio VII, che vi celebrò la messa in una chiesetta (chiesa del Vaglio) situata presso il castello baronale (oggi palazzo Mediceo). Vari Signori e Baroni ebbero in possesso la città. Nel XIII secolo fu in possesso di Tommaso d'Aquino, nonno di san Tommaso d'Aquino, da cui passò, a varie riprese, alle famiglie degli Orsini e dei Cola. Durante il dominio angioino nel 1304 il borgo fu messo a ferro e fuoco da Carlo di Lagonessa per ordine di Carlo II d'Angiò, a causa dell'uccisione di un funzionario regio ("sovrintendente dei boschi") e della sua scorta da parte dei fratelli Giovanni e Roberto de' Marrone insieme a un gruppo di ottajanesi .......
L’origine etimologica del nome Avella è alquanto incerta e remota: le fonti più attendibili (Plinio, Severio Mauro e Ambrogio Leone) lo legano alla qualità delle nocciole che abbondano nel suo territorio, sebbene fonti non meno autorevoli lo riconducono alla particolare intensità dei venti locali che sono capaci di sradicare alberi e “scoprire edifici” (il verbo “Avello” in latino ha, infatti, il significato di “estirpare con forza).
I particolari connotati orografici e paesaggistici del territorio notati da un popolo di origine greca, i Cumani Calcidesi, danno credito, secondo il Giustino, ad un’origine alquanto più poetica poiché: “un gruppo di calcidesi, giunti in zona dopo averattraversato le gole di Monteforte, rimasero particolarmente impressionati dall’amenitàdel posto e dalle ondulazioni della campagna nella misura di battezzare l’intero territoriocon il nome di Abel, cioè di campo erboso, adatto alla pastorizia, che ben presto sitrasformò in Abella per ridurre l’asprezza della consonante finale.”
Le origine storiche della città di Avella, pur non essendo perfettamente datate, risalgono ad età molto remota, certamente anteriori alla fondazione di Roma, quando già rappresentava “una popolosa e belligera città”. Il suo territorio si estendeva tra il massiccio del Partenio e la piana di Palma Campania in una fertile pianura di estensione ben più consistente di quella attuale, integralmente abitata dagli Osci, cioè il popolo troglodita molto affine, almeno nella lingua, alla civiltà etrusca.
Essi, infatti, vivevano, prevalentemente, nelle caverne ove si rifugiavano alla vista di individui estranei e parlavano un dialetto non ben identificato, che rappresentava una mescolanza di greco ed etrusco trascritto, nei pochi documenti esistenti, sempre da destra verso sinistra.
Saviano è un comune italiano di 25000 abitanti della città metropolitana di Napoli in Campania.
Costituito per aggregazione dei tre comuni di Sirico, Sant'Erasmo e Saviano in forza del regio decreto n. 3869 dell'11 agosto 1867. Le tre frecce nello stemma del comune, indicano la suddetta unione. Il capoluogo del comune è Saviano, il comune più grande tra i tre. Per quanto riguarda il toponimo, varie sono le tesi sull'origine: alcuni sostengono che "Saviano" derivi da "praedium sabinianum", fondo rustico appartenente ad una gens Sabinia; oppure da "praedium sabianum" appartenente invece alla gens Sabia, una famiglia originaria di Saba, insediatasi sul territorio nel I secolo d.C.; infine, altri studiosi fanno derivare il nome del comune campano dal monte Somma, che si chiamava "Savino". Tuttavia, la storia di Saviano, dalle incerte origini fino al 1867, è assorbita da quella ben più antica e illustre della vicina Nola.
Tradizioni e folclore: Il Carnevale di Saviano.
Le Scuole: L'Istituto Statale d'Istruzione Superiore di Saviano, è nato nel 2001/2002 dalla fusione, avvenuta nell'ambito del Piano Nazionale di Dimensionamento, tra la succursale dell'Istituto U. Nobile di Nola - sede di Saviano e la sede staccata dell'Istituto Theti - sede di Palma Campania. Nell'anno 2013/14 a seguito di un ulteriore dimensionamento, la sede di Palma Campania è stata accorpata ad altra scuola, mentre all'IPCT di Saviano è stata associato l'IPIA "G. Ferraris" di Marigliano.
Nella parte alta della Valle dell'Irno, in una piccola conca su cui sporge maestosa la roccia del Monte Piesco, circondato da colline sparse di boschi e prati verdeggianti, sorge Bracigliano, centro caratterizzato da un'economia prevalentemente agricola, favorita dalla fertilità del terreno e confermata dalle sconfinate distese di colture che ne dipingono il paesaggio. La pace, il silenzio, la mitezza del clima, la purezza dell'aria e la limpidezza dell'acqua hanno fatto della cittadina l'ideale cornice ad una suggestiva iniziativa culturale, il Parco "Lo cunto de' li cunti'' dedicato a Giambattista Basile, traino di una serie di proposte tese ad accrescere il senso e l'importanza della cultura popolare di cui questi luoghi costituiscono una ricca testimonianza.
Il Comune di Roccarainola è tra i più vasti dell'Agro Nolano, misurando 28.1 kmq. Compreso fino al 1927 in Provincia di Caserta, ricade attualmente in provincia di Napoli, sul confine di quest'ultima con Caserta, Benevento e Avellino.
La sua attuale configurazione, salvo lievi modifiche, risale ai primi anni del XIV secolo, allorché il feudatario Martino II riunì in suo potere i due feudi di Roccarainola e Fellino. Su questo territorio esistono da tempi molto remoti i quattro nuclei abitati di Roccarainola, Piazza, Gargani e Sasso, mentre un quinto, denominato Fellino con Decreto Prefettizio nel 1987, è stato realizzato da circa un ventennio ad opera dell'Istituto Autonomo Case Popolari. Un intenso sviluppo edilizio, inoltre, sta accelerando la saldatura tra tutti gli abitanti suddetti.
Le prime tracce lasciate dall'uomo su questo territorio risalgono al paleolitico superiore, con le stazioni preistoriche del Riparo di Fellino e della Grotta di Roccarainola. Ai numerosi manufatti litici di facies gravettiana la breccia del Riparo di Fellino associava anche frammenti ossei, di cui un ampio chioccolato. Purtroppo una cava ha distrutto questo interessante monumento nel 1975. Resta la Grotta di Roccarainola e la speranza di altri ritrovamenti.
Dal neolitico al bronzo i reperti sono più numerosi, con una notevole presenza di ceramica appenninica tipologicamente singolare.
Del periodo pre-romano restano reperti sannitici e a questa fase, in generale, è ascrivibile la seconda parte del suonimo Roccarainola, e cioè rainola, dalla forma latinizzata ravinula, corrispondente alla etrusca ravenna, derivata dalla base pre-indoeuropea rava, legata semanticamente al concetto di dirupo franoso solcato da un corso d'acqua, condizioni geomorfologiche riscontrabili chiaramente nella parte più vecchia dell'attuale abitato dl Roccarainola. Il termine generico rocca fu aggiunto al suonimo preesistente dopo la costruzione del castello, durante il medioevo.
Il periodo romano ha lasciato abbondanti tracce, dall'assetto viario alla presenza di numerosi piccoli nuclei abitati, per lo più collinari o subcollinari; resti suonimici di quest'epoca si ritrovano nelle antiche località, in parte ancora oggi abitate del Veccio (Vettium), di Maimano (Mamianum), di Puzano (Puteanum), ecc. Numerosi i reperti, dalle tombe ai monumenti funerari, dalle monete ai molteplici materiali fittili, dai manufatti lapidei alle epigrafe marmoree; importante ancora di questo periodo l'acquedotto delle Fontanelle, del tipo a cunicoli filtranti ("qanat").
Dall'alto medioevo fino a tutto il secolo XIV si conoscono di Roccarainola 41 documenti, di cui i primi 14 del periodo bizantino-longobardo e gli altri del periodo feudale. Durante il primo di questi periodi, e cioè fino al secolo XI, la Terra di Roccarainola ricade con alterne vicende lungo il confine del Ducato di Napoli con il Ducato Longobardo di Benevento. I casali di questo, periodo sono numerosi, e cioè, da occidente ad oriente: Casale alle Grotte, Boccabocca, Fellino, Sasso, Mediana, Barcano, Urbano, Materno, Gargani, Ravinula, Puzzano, Maimano e un altro casale collinare di cui ignoriamo tuttora il nome.
All'inizio del secondo periodo vengono costruiti i due castelli di Roccarainola e di Fellino, quest'ultimo detto "La Castelluccia". A questi fortilizi collinari corrispondono i due feudi omonimi, appartenuti a feudatari diversi fino al 1315, con l'unificazione sotto il feudatario Martino II.
La cronologia dei feudatari di Roccarainola è incompleta fino al secolo XIII, conoscendone solo per il periodo precedente, Guglielmo FALLARINO verso il 1152, Martino I dal 1268, quindi Goffredo suo figlio, e poi il figlio di Goffredo, Martino II. La serie successiva dei feudatari di Roccarainola è la seguente:
Nicola, figlio di Martino II, dal 1329 al 1344.
Filippo, Nicola e Carlo di S. Liceto, figli di Clemenza, dal 1344.
Giovannello FUSCALDO, che acquista il feudo dai tre fratelli, fino al 1381.
Giacomo GAETANO, che lo ebbe dal re nel 1381.
Floramonte di Pietramala, fino al 1457.
Ugo D'ALAGNO (dal 1457 ad 1481) e suo figlio Cola, fino al 1512.
Goffredo GALLUCCIO, fino ai 1527.
Giovanni TOMACELLI, fino ad 1528.
Luigi RAM, fino al 1532.